Nella sua storia, la città di Firenze conobbe periodi in cui la sua forma di governo fu quella di una Repubblica. I fiorentini si vollero ispirare all’assetto istituzionale di due gloriose città dell’antichità: Atene e Roma.
Le origini del comune di Firenze risalgono al 1115, quando, in seguito alla morte di Matilde di Canossa, la città si rese autonoma dal Margraviato di Toscana, territorio dipendente dal Sacro Romano Impero, governato dalla Corona imperiale e quindi da feudatari e signori nobili scelti dall’Imperatore. L’economia e la politica non erano quindi libere, ma soggette al feudatario.
L’esigenza che portò alla nascita del Comune fu un patto associativo tra privati, giurato, volontario e costituito da un gruppo di cittadini con lo scopo di tutelare i diritti dei singoli membri. L’economia di Firenze doveva infatti liberarsi dal dominio feudale e, di conseguenza, dall’Impero. In seguito all’evoluzione di tali patti, essi cessarono di essere privati e divennero di portata pubblica.
Nel 1138 nacque il primo sistema di amministrazione comunale, definito l’ordinamento consolare.
La città di Firenze conobbe distinti periodi di governo repubblicano: la Repubblica consolare, la Repubblica del Primo popolo, la Repubblica di Savonarola e la Repubblica sotto la famiglia dei Medici.
Di fatto però la città non rimase una Repubblica ininterrottamente dal 1115 al 1527; attraversò infatti diverse modifiche sostanziali delle sue istituzioni nel corso della storia:
- dal 1115 al 1434 rimase una forma oligarchica repubblicana;
- dal 1434 al 1494 divenne una repubblica de iure;
- dal 1494 al 1512 tornò una repubblica a tutti gli effetti;
- dal 1512 al 1532 rimase una repubblica de iure.
La fine della Repubblica fu dovuta alla trasformazione di Firenze in un Ducato mediceo nel 1532; de facto già nel 1527 la città si era comunque trasformata in un’oligarchia, in mano ai Medici stessi e alle famiglie più influenti in ambito economico.
In generale, con l’affermarsi del Comune il popolo fu coinvolto in maniera sempre minore nel governo della città, fino a essere quasi escluso nel periodo podestarile e sotto il governo dei Medici.
Nel 1150 nacque l’Arte di Calimala, ovvero l’arte della lana. Essa fu la prima associazione corporativa di mercanti; una novità costretta a fare i conti con le continue ed estenuanti lotte delle famiglie fiorentine aristocratiche che combattono per contendersi la gestione del potere.
Queste continue lotte tra famiglie portarono inesorabilmente alla abolizione del governo consolare, con la nascita della figura del Podestà. Il compito del Podestà era proprio quello di arbitro imparziale della politica, venendo eletto tra cittadini forestieri proprio perché lontani dai conflitti delle famiglie interne.
La riforma istituzionale fu quindi imposta per questioni economiche e politiche; si avviò a sperimentare quella che, con linguaggio moderno, potremmo chiamare la Seconda Repubblica Fiorentina. Tale periodo è caratterizzato dalle lotte tra il partito dei Guelfi (favorevoli al potere temporale del Papa) e quello dei Ghibellini (favorevoli all’imperatore come figura religiosa e politica), nonché dalla nascita e dallo sviluppo del sistema delle Arti e delle Corporazioni.
Nel 1193 viene eletto il primo Podestà, Gherardo Caponsacchi, fiorentino, che rimpiazzò la diarchia dei Consoli.
Nel 1207 il sistema si consolida ed è nominato un Podestà forestiero: Gualfredotto Grasselli da Milano. L’idea era quella di trovare una autorità super partes che fosse al di fuori delle lotte intestine alla città. La sua funzione durerà un anno e a lui seguiranno altri Podestà “forestieri”, come Giovanni di Guidone de Papa da Roma (1209-1210), Uguccio di Giovanni di Pietro Leoni da Roma (1213-14), Pietro di Giovanni Grassi da Roma (1214-15), Andalò da Bologna (1217-18), Alberto da Mandello di Milano (1219-20), fino al 1502 con Vincenzo Nobili da Urbino.
I Consoli hanno ora la funzione di semplici Consiglieri e formano insieme con altri un Consiglio Speciale, che opera insieme con il tradizionale Consiglio Generale dei Bonomini, presieduto e diretto dal Podestà. Quest’ultimo veniva eletto dalla maggiore assemblea del Comune, appunto il Consiglio dei Bonomini, per sei mesi o per un anno, giurando fedeltà agli Statuti comunali. Il Podestà esercitava il potere esecutivo, di polizia e giudiziario, esercitando il più importante strumento di difesa e controllo delle leggi, anche amministrative.
Le cose però cambiano a partire dal 1215 quando Il dualismo politico caratterizza l’evoluzione delle istituzioni cittadine e iniziano i dissidi tra Guelfi e Ghibellini. Tutta la nobiltà fiorentina era confluita in una delle due correnti e la contrapposizione fra i sostenitori dell’Imperatore Federico II di Svevia e il papato divenne sempre più aspra.
Nel 1250, dopo la morte di Federico II, la fazione guelfa riesce a imporsi grazie al cosiddetto Governo del Primo Popolo, che rimarrà in funzione solo fino al 1260. Questo periodo che segna l’inizio dell’esilio dei Ghibellini.
Nella Repubblica del Primo popolo vengono istituite nuove figure istituzionali, su cui si reggeva la città, ed erano: il Consiglio degli Anziani, il Consiglio dei Trentasei Buonomini, il Capitano del Popolo e i suoi consigli, il Podestà e i suoi consigli podestarili, i Gonfalonieri.
- il Consiglio degli Anziani era un consiglio formato da 12 anziani, appartenenti ad influenti famiglie di nobiltà commerciale. I membri erano eletti dalle compagnie militari della città che si radicavano sul territorio su base topografica legata alle vecchie parrocchie. Il principale compito del Consiglio degli Anziani era quello di vanificare le prevedibili controversie e contraddizioni delle decisioni del Podestà e del Capitano.
- il Consiglio dei Trentasei, insieme al Consiglio degli Anziani, composto cittadini molto selezionati, aveva il difficile compito di cercare un accordo tra tutti i partecipanti al governo.
- il Capitano del popolo era il più alto rappresentante del popolo minuto, eletto con mandata annuale per esercitare il suo controllo sul Podestà. Presentava progetti di legge ed esercitava ruoli governativi. In pratica, la figura del Capitano del Popolo doveva bilanciare politicamente la forza delle famiglie nobili rappresentando il ceto borghese dell’epoca. Egli era affiancato da un Consiglio del Popolo (detto anche Ristretto) che al suo interno si distingueva in Consiglio Generale e Ristretto (detto anche di Credenza o Speciale), i quali constavano rispettivamente di 150 e 36 membri.
- il Podestà, vecchia istituzione rimasta in funzione, esercitava il potere esecutivo, direttivo della città e di capo delle milizie. Era eletto dal popolo per un anno, scelto tra cittadini forestieri per rendere imparziale l’istituzione. Dal Podestà dipendevano dei “Consigli podestarili” che erano: il Consiglio dei Trecento ed il Consiglio dei Novanta; a questi si aggiunge il Consiglio Speciale di ottanta membri.
- I Gonfalonieri partecipavano ai Consigli in rappresentanza di coloro che guidano le milizie cittadine, ognuna di queste contraddistinte dal proprio vessillo, detto appunto Gonfalone.
È molto difficile ricostruire quali siano gli organi esistenti e i rapporti di forza in campo costituzionale.
Il decennio di governo popolare fu caratterizzato da un completo ricambio del personale di governo. I milites, cioè i cittadini ricchi e potenti che combattevano nella cavalleria comunale e avevano gestito il potere in precedenza, furono di fatto estromessi dalla guida della città. Non avevano diritto di voto nelle assemblee e non avevano diritto di candidatura nelle magistrature comunali.
Intanto la ricchezza di Firenze stava crescendo, come gli investimenti in palazzi, monumenti, chiese e altre opere d’arte.
Di questo periodo sono anche i maggiori palazzi di Firenze, sia pubblici, che religiosi. Vi fu la costruzione del Ponte alla Carraia (1218), del Ponte alle Grazie (1237), del Ponte di Santa Trinita (1252).
Anche nuovi ed importanti edifici civili furono completati in questi anni, come il Palazzo dei Priori, ora Palazzo Vecchio, (iniziato nel 1299 e terminato nel 1314), la stessa Piazza della Signoria, il Palazzo del Bargello e la Torre della Castagna.
Infine numerosi furono gli edifici religiosi realizzati come la Basilica di Santa Croce, quella di Santa Maria Novella, quella della Santissima Annunziata; lo Spedale degli Innocenti (realizzato fra il 1417 e il 1436, un monumentale orfanotrofio successivamente ornato con formelle di Andrea Della Robbia[1]), la Basilica di Santo Spirito e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore (iniziata nel 1296 ma terminata soltanto nel 1436).
In questa epoca Firenze crebbe economicamente in prosperità tanto che le banche riuscirono a coniare una moneta cittadina, il Fiorino, che diventerà una delle monete più potenti della penisola italiana.
NOTE
[1] Andrea della Robbia (Firenze, 20 ottobre 1435 – Firenze, 4 agosto 1525) è stato uno scultore e ceramista italiano, specializzato nella tecnica della ceramica policroma invetriata
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