Santa Luce è un comune della provincia di Pisa (PI) con 1.619 abitanti al 1° gennaio 2020 e si estende su di una superficie di 6.662,27 ettari equivalenti a 66,62 Km2. La densità media della popolazione è di 24,30 abitanti per Km2 (la densità media della Toscana è di 161,95 ab/km2, mentre la densità media dell’Italia è di 199,44 ab/km2 – fonte: ISTAT).
Oltre al capoluogo comunale vi sono tre frazioni: Pieve di Pomaia, Pàstina e Pomaia. In quest’ultima frazione è presente l’Istituto Lama Tzong Khapa, il più importante centro del Buddhismo tibetano di tradizione mahayana in Italia.
Nel territorio comunale è presente il lago di Santa Luce che è un bacino artificiale che copre una superficie di circa 110 ettari (1,10 km2)
Il capoluogo si trova a circa 200 metri sul livello del mare e dista 41 km da Pisa, capoluogo di provincia (circa 47 minuti di auto), è a circa 32 km da Livorno (circa 45 minuti di auto) e a circa 91 km da Firenze (circa 1 ora e 30 minuti di auto). Il mare più vicino è quello di Castiglioncello, rinomata località turistico-balneare, nel comune di Rosignano Marittimo, che è lontana circa 20 km (circa 28 minuti in auto).
Il territorio comunale confina a Nord con i comuni di Casciana Terme, Lorenzana e Orciano Pisano (PI), a Est con il comune di Chianni (PI), a Sud con il comune di Castellina Marittima (PI), a Ovest con il comune di Rosignano Marittimo (LI).
Il patrono del comune è Santa Lucia e viene festeggiato il 13 dicembre.
Santa Luce: confini comunali
Un po’ di storia
Le prime segnalazioni della presenza umana nella zona risalgono all’epoca etrusca confermato dal ritrovamento di vestigia (un bucchero, vasi, urne cinerarie e suppellettili) nei pressi di Pàstina.
Il centro abitato viene citato per la prima volta nell’anno 861 come Sancta ad Lucam.
“SANTA-LUCE, o SANTA LUCE, in Val-di-Fine nelle Colline superiori pisane. Piccolo castello ridotto a villaggio alquanto lungi dalla chiesa plebana che le diede il nome (S.Angelo) capoluogo di Comunità nella Giur. (Giurisdizione – ndr) e circa 9 migl. a ostro di Lari. Dioc. (Diocesi) e Comp. Di Pisa.” (dal Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana contenente tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana compilato da Emanuele Repetti socio ordinario della Accademia dei Georgofili – Volume Quinto – Firenze 1843).
Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana – Emanuele Repetti – Firenze 1843
Il territorio “è situato sopra una delle più eminenti colline superiori pisane, le quali si attaccano dal lato orientale con la piccola giogana de’ poggi che si prolunga nella linea di sett. (settentrione – ndr) a ostr. (ostro = mezzogiorno – ndr) verso Chianni, Montevaso e la Castellina sino a Riparbella.
Nella parte più alta del villaggio esistono gli avanzi della rocca con alcuni resti di una torre di pietre quadrate ed il cassero o torrione appartenuti al castello di S.Luce” (cfr Dizionario di E. Repetti)
È probabile che il primo insediamento sia legato al Castello che era collocato sullo sporne più alto dell’attuale centro abitato. Del Castello rimangono oggi soltanto alcuni ruderi, ma che sono collocati più in alto rispetto al piano basale della chiesa madre di Santa Lucia. Questo significa, quasi sicuramente, che il Castello è stato il primo insediamento antecedente ad ogni altro sviluppo urbano e che la chiesa è sorta successivamente (essendo posizionata più in basso) quando, intorno al presidio difensivo e di avvistamento cominciò ad aggregarsi una popolazione che viveva al servizio e sotto la protezione del signore.
In effetti è difficile ipotizzare una origine del paese più indietro della prima epoca medievale (alto medioevo 476-1000 d.C.), anche se nella vicina Pieve sono pure oggi visibili reperti di indubitabile fattura classica che farebbero pensare a qualche insediamento del periodo della tarda antichità (284-700 d.C.).
Il capoluogo mantiene ancora oggi inalterata la planimetria dell’antico Castello con borgo, secondo la più consueta urbanistica feudale circolare, con due o tre cinte murarie. Ma la cosa più probabile è che il borgo abbia preso il nome della vicina consueta urbanistica feudale circolare, con due o tre cinte murarie.
“Dissi, che questo castello ripete il nome dal titolare della sua pieve, fondato in un istrumento dell’Arch. Arciv. (Archivio Arcivescovile – ndr) pisano del 18 maggio dell’anno 887, edito dal Muratori nel T. III delle sue Antiq. M. Aevi.
Avvegnachè (o avvègna che – congiunzione arcaica che significa: benchè, quantunque – Enciclopedia Treccani) con quell’atto Teudice figlio del fu Teudegrimo ricevè a livello da Giovanni vescovo di Pisa la metà di una casa dominicale con sua corte compresa nei confini delle Colline in luogo appellato Sala Tachaldi presso la chiesa battesimale di S.Angelo. Cotesta pieve di Santa-Luce è situata vicina alla ripa sinistra del fiume Fine un migl. circa a maestr. Delle sue sorgenti, ed un buon miglio a pon. Del castelletto omonimo, dove fu eretta più tardi una chiesa succursale che si dedicò a S.Lucia, forse per la somiglianza del nome con l’altro del castelletto di Santa-Luce. – Giova inoltre avvertire qualmente cotesta pieve ebbe per SS. Patroni S.Maria, S.Angiolo, e S.Gio. Battista, l’ultimo de’ quali è il titolare comune a tutte le chiese battesimali.” (cfr Dizionario di E. Repetti – Santa-Luce)
Successivamente nel 1046 pare che il vescovo di Pisa istituì nella pieve di Sant’Angelo un “claustro” di preti cappellani obbligati a far vita comune.
Intorno al 1100 furono Signori del castello i conti Cadolingi di Fucecchio, fondatori della Badia di Morrona (nel comune di Terricciola) dei quali faceva parte il conte Ugo, figlio del fu Uguccione di Guglielmo Bolgaro a vendere, il 6 aprile 1109, alla Badia di Morrona la metà della sua giurisdizione d’Acqui (Bagno a Acqua), fatta eccezione del Castello di Santa Luce con la sua corte o distretto.
Qualche tempo dopo gli Upezzinghi di Pisa, eredi de’ Cadolingi, contrastarono alla mensa arcivescovile pisana alcuni possessi compresi nel distretto di Santa Luce. Questa controversia fu risolta dai giudici e consoli di Pisa, in data 2 dicembre 1135, che attribuirono il Castello e i beni di Santa Luce all’Arcivescovado per “…non aver potuto provare che da 40 anni addietro (quindi dal 1095) possedevano ciò che alla mensa pisana essi contendevano …” (cfr Dizionario di E. Repetti – Santa-Luce)
Da quel momento per alcuni secoli gli arcivescovi di Pisa governarono quei domini ricavando “solo gli utili del dominio”. È possibile quindi che il governo arcivescovile di Pisa, ancorché lontano, non fosse amato dalla comunità di Santa Luce, proprio per le tasse che venivano versate, e questo pare essere uno dei motivi per cui fu uno dei primi castelli delle colline pisane che, all’epoca dell’assedio di Pisa “…si dette alle armi de’ Fiorentini sotto dì 9 marzo 1406, per la qual cosa i suoi abitanti ottennero una capitolazione più vantaggiosa di quella degli altri popoli del contado che si sottomisero ai Fiorentini dopo l’acquisto di quella città.” (cfr Dizionario di E. Repetti – Santa-Luce)
Fra gli obblighi che la comunità di Santa Luce assunse nei confronti di Firenze vi era quella di portare ogni anno a Firenze un cero di 15 libbre (poco più di 5 chili) nel giorno della festa di San Giovanni Battista, patrono di Firenze.
Ma le sorti di Santa Luce e del suo Castello furono decise nel 1496, quando i Pisani si ribellarono a Firenze. Fu allora che il governo popolare della Repubblica Fiorentina, per decisione dei Dieci di Balia o di Guerra (organo a capo delle operazioni militari della repubblica), diede l’ordine di smantellare il castello e ogni altra fortificazione intorno a Santa Luce.
Della Chiesa, invece, intitolata a Santa Lucia, si ha notizie come suffraganea della Pieve di Sant’Angelo fino dal 1046, una soggezione da cui si liberò solo nel 1498 allorché passò sotto il diretto patrocinio degli abitanti di Santa Luce. Ma solo il 25 Aprile 1498 ebbe il fonte battesimale: lo ottenne in seguito alle reiterate istanze degli abitanti che denunciavano la scomodità di doversi recare per un rito tanto importante alla Pieve.
La Comunità di Santa Luce, fra il 1554 ed il 1558 fecero istanza a Cosimo I de’ Medici, allora Primo Granduca di Toscana, affinché venissero definitivamente chiarite le vertenze ancora aperte con l’Arcivescovo di Pisa per dipendenza di alcuni beni censuari di dominio diretto situati al confine di una pastura sul fiume Tora in luogo detto le Cannelle. L’arcivescovado voleva dirimere questa vertenza nel foro ecclesiastico ma questa pretesa venne reputata ingiusta dal Granduca che commise la causa ai giudici di Ruota (magistratura deputata alla risoluzione delle cause civili voluta da Pier Soderini e rimasta in vigore fino al 1841. Il riferimento alla “ruota” deriva dal fatto che i giudici erano chiamati a rotazione tra i laureati in legge) i quali decisero in favore del Comune di Santa Luce.
Il Dizionario del Repetti riporta nel 1788, che il territorio di Santa Luce, negli anni ubertosi (produttivi), forniva circa 1.200 barili d’olio, intorno a mille barili di vino, 400 sacche di grano di mediocre qualità e altre 600 sacche di granaglie varie. “Non vi erano praterie stabili, abbondava però di boschi di alto fusto, fra i quali si trovano anche de’ faggi e de’ tigli: erano nelle sodagli molte mortelle (nella macchia c’era il Mirto) che si smerciavano per le concie. Scarso però di bestiame vaccino, contava circa 800 pecore del paese e 400 capre. Vi erano, e vi sono tuttora, 4 mulini, che tre di essi a un palmento, e l’altro a due, mossi dal torrente Sabbiena.”
Nel 1776 il popolo del castel di S. Luce con quello delle Pieve formava Comunità separata dall’altra di Pastina, state riunite insieme dal regolamento Leopoldino di detto anno relativo all’organizzazione delle Comunità del contado pisano.
Ancora il Dizionario del Repetti ci dice che nel 1833 abitavano in Santa Luce 1935 persone e la Comunità manteneva un medico-chirurgo ed un maestro di scuola.
Santa Luce: popolazione fra il 1551 e il 1840
Santa Luce: movimento della popolazione fra il 1551 e il 1840
Dal 1927 al 1957 il comune di Santa Luce fu accorpato a quello di Orciano Pisano, formando il comune di Santa Luce Orciano. Dal 1957 i due Comuni tornarono ad una gestione amministrativa indipendente.
Il lago di Santa Luce da Pomaia verso le colline livornesi
Santa Luce: centri abitati, strade princpiali, lago e luoghi di rilievo
COSA VEDERE
Il territorio comunale di Santa Luce è caratterizzato da due zone ben definite: la parte a valle dei principali centri abitati definita da campi coltivati prevalntemente a cereali o Sulla (leguminosa dai caratteristici fiori color porpora) e la parte a monte caratterizzata da fitti boschi di tipo mediterraneo con lecci e conifere.
I panorami sono particolarmente suggestivi percorrendo la via del Commercio che collega i centri abitati e si snoda al confine fra l’area boschiva e l’area coltivata declinante verso il fiume Fine.
I terreni sono prevalentmente argille plioceniche con importanti emergenze di lenti grigio chiare di argilla pura, che ne limitano la coltivazione solo ad alcune specie vegetali più resistenti all’argilla.
IL LAGO, LA RISERVA NATURALE E L’OASI LIPU
Più o meno al centro del territorio declinante verso il fondo valle si trova il lago di Santa Luce (invaso artificiale realizzato negli anni 60 come bacino idrico per opera della
Società Solvay Chimica Italia s.p.A., ancora oggi proprietaria dell’area) che offre scenari spesso suggestivi in contrasto con le terre argillose biancastre quando lavorate o a macchie porpora quando la Sulla è in fiore. Il Lago è il nucleo centrale di una Riserva Naturale istituita dalla Regione Toscana e la gestione delle visite è affidata dal 1992 alla LIPU (Lega Italiana Protezione degli Uccelli). L’Oasi del Lago di Santa Luce propone, nei mesi invernali, una discreta presenza di avifauna migratoria, soprattutto anatidi (Germano reale, Moriglione), alcuni limicoli, l’Alzavola, lo Svasso, il Tarabusino, diverse specie di aironi fra i quali, nei campi coltivati, l’airone guardabuoi. In estate la zona si riempie del canto dei Gruccioni e delle rondini. In tutti i mesi dell’anno è possibile ammirare numerose specie di rapaci (Gheppio, Biancone, Falco pellegrino e talvolta anche l’Albanella).
Per visitare l’Oasi è possibile recarsi o telefonare al Centro visite (Per info e prenotazioni Lipu 335.7008565 – riserva.santaluce@lipu.it – https://oasisantaluce.it/).
Al Centro visite è possibile trovare un laboratorio didattico ed artisticoi, due percorsi natura attrezzati (2 km. circa), un capanno di avvistamento e parcheggio e servizi igienici. L’accesso ai disabili è garantito per una prima parte del percorso (500 metri lungo la diga artificiale) con vista panoramica del lago. L’Oasi è aperta al pubblico da settembre a giugno nei giorni di sabato, domenica e festivi (con orario 9-18). In luglio e agosto il sabato 15.30-21.30 e domenica 8.30-12.30 e 15.30-21.30. È gradita la prenotazione. Visite guidate per gruppi o scolaresche devono essere prenotate al Centro visite.
Come arrivare al lago e all’Oasi
La Riserva è situata nel territorio comunale di Santa Luce, a circa 6 km dall’omonimo centro abitato. Si arriva alla Riserva percorrendo la strada statale n° 206 da Pisa in direzione Cecina, bivio per Santa Luce proseguendo lungo la strada provinciale n° 51 – Rosignanina per circa 2 km. L’ingresso si trova sul lato destro della carreggiata. L’uscita autostradale più vicina è Rosignano al termine del tratto Livorno- Rosignano: si prosegue per Rosignano Marittimo da dove è possibile inserirsi sulla strada statale 206.
Oasi LIPI Lago di Santa Luce
IL BOSCO DI SANTA LUCE
A monte della Strada Provinciale del Commercio vi sono boschi di vaste proporzioni che si estendono per circa 1400 ha, luoghi indicati per passeggiate e pic-nic familiari.
I boschi del Comune di Santa Luce sono attraversati da sentieri e strade perfettamente transitabili, si segnala la presenza di alcune pinete. In particolare, partendo dall’abitato di Santa Luce, si dirama la strada Provinciale del Pian del Pruno che raggiunge Chianni. Essa attraversa il Demanio Forestale e la notevole pineta omonima del Pian del Pruno.
Nel periodo estivo-autunnale può essere effettuata la raccolta di funghi, nel periodo primaverile la raccolta di asparagi. È vietato accendere fuochi.
ECOMUSEO DELL’ALABASTRO
L’Ecomuseo dell’Alabastro nasce da un progetto di museo diffuso nel territorio della Provincia di Pisa che coinvolge le principali realtà locali legate alla tradizione artigianale ed artistica dell’alabastro: Volterra, Castellina Marittima e Santa Luce.
L’Ecomuseo si articola in due distinti itinerari territoriali che trovano riferimento in altrettanti musei tematici: l’itinerario dell’escavazione, documentato nel punto museale di Castellina Marittima, e l’itinerario della lavorazione e della commercializzazione, legato alla sede museale di Volterra. Ad arricchire gli itinerari contribuiscono anche l’Archivio d’Area di Santa Luce per l’itinerario dell’escavazione, il percorso all’interno di una galleria della cava del Massetto nella Valle del Marmolaio, l’Archivio d’Area presso l’Istituto Statale d’Arte di Volterra per l’itinerario della lavorazione e della commercializzazione dell’alabastro.
Guida all’Ecomuseo dell’Alabastro
In occasione dell’inaugurazione delle tre sedi museali di Castellina Marittima, Santa Luce e Volterra (avvenuta il 12 aprile 2003), i Comuni interessati, in collaborazione con la Provincia di Pisa, hanno realizzato un’agile guida illustrativa della storia dell’Ecomuseo dell’alabastro, delle sue finalità e delle strutture coinvolte. La guida è corredata di una interessante bibliografia.
Dove si trova: Piazza della Rimembranza n. 14 Santa Luce PI
Recapiti: Per informazioni, prenotazioni di visite guidate e servizi scolastiti contattare direttamente l’Ufficio Cultura ai seguenti recapiti:
Tel 050 684942 Fax 050 684930
ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA
L’Istituto Lama Tzong Khapa è un centro di Buddhismo tibetano, di tradizione mahayana, ubicato in Toscana, nel paese di Pomaia, frazione del Comune di Santa Luce, in provincia di Pisa. Si trova in una zona collinare di grande pregio paesaggistico, a pochi chilometri dal mare.
L’associazione propone corsi di filosofia, psicologia e meditazione, tenuti da Maestri e studiosi qualificati che trasmettono gli insegnamenti orali di Buddha Shakyamuni (nato nel IV sec. A.C) secondo un lignaggio ininterrotto, oltre ad organizzare seminari altamente qualificati su altri argomenti affini e tecniche evolutive. I corsi sono di brevissima, media e lunga durata, rivolti a persone semplicemente interessate a conoscere i vari argomenti, oppure a praticanti buddhisti e studenti, principianti o avanzati.
Sono benvenute tutte le persone interessate a seguire un corso o che, semplicemente, desiderino trascorrere un periodo di tranquillità, nella cornice di un meraviglioso e pacifico luogo che favorisce la ricerca interiore.
Il Centro è costituito da un sangha (comunità dei praticanti) monastico e un sangha laico, da un gruppo eterogeneo di studenti, corsisti e ospiti saltuari provenienti da tutto il mondo, da uno staff, da volontari e da residenti in Pomaia.
articolo a cura di: Claudio Del Lungo
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