Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, noto come Sandro Botticelli nasce a Firenze nel 1444 o nel 1445 da Mariano di Vanni, di mestiere conciatore di pelli e da sua moglie Smeralda.

Il giovane Alessandro cresce con i suoi tre fratelli maggiori (Giovanni, Antonio e Simone) nel quartiere del chiostro domenicano di Santa Maria Novella e più precisamente in Via Nuova, oggi Via del Porcellana. A parte qualche breve viaggio, l’artista trascorse tutta la sua vita in questo quartiere, vicino alla chiesa di Ognissanti, nella quale creerà una delle sue opere, il Sant’Agostino, e dove verrà sepolto dopo la sua morte.

Il nome si abbrevia in Sandro nell’uso comune con il tempo, mentre il soprannome di Botticelli, come ci scrive il Vasari ne “Le vite”, gli viene attribuito perché “…il padre infastidito di questo cervello sì stravagante (di Alessandro), per disperato lo pose a orefice con un suo compare chiamato Botticello, assai competente maestro allora in quella arte.”

In questa bottega pare lavorasse già il fratello maggiore Antonio, che, per lavorare l’oro batteva il metallo pregiato per cui venivano chiamati “battiloro” o “battigello”. Alla fine l’uso del soprannome fu attribuito a tutta la famiglia.

Nel suo quartiere viveva la famiglia Vespucci, che ebbe fra i suoi componenti quell’Amerigo (1454-1512) che un giorno darà il nome al nuovo Continente, e per la quale famiglia dipinse il Sant’Agostino e che, nel 1475, dipinse il Gonfalone per la giostra tenutasi in piazza Santa Croce dove raffigurò Simonetta Vespucci, che fu la sua musa di bellezza e ispirazione artistica per tutta la vita.

Grazie all’amicizia con questa famiglia, Botticelli diventa un protetto dei Vespucci e viene introdotto alla corte dei Medici

Negli anni d’oro per il mondo dell’arte, il pittore ebbe una formazione di scuola fiorentina sotto Filippo Lippi (fra il 1464 e il 1467) e con il patronato della famiglia Medici, riuscendo a sviluppare uno stile elegante che proponeva un nuovo modello di bellezza ideale e che incarnava i gusti e la raffinatezza della società dell’epoca. La sua arte subì anche l’influenza di Andrea del Verrocchio e dei fratelli Antonio e Piero del Pollaiolo.

Risalgono al periodo della scuola di Filippo Lippi tutta una serie di Madonne che rivelano la diretta influenza del maestro sul giovane. La primissima opera attribuita a Botticelli è la Madonna col Bambino e un angelo (1465 circa) dello Spedale degli Innocenti, in cui le somiglianze con la contemporanea tavola del Lippi sono davvero molto forti, al punto da lasciar pensare a una copia o a un omaggio; lo stesso discorso vale per la Madonna col Bambino e due angeli (1465 circa) oggi a Washington, se non per la sola variante dell’angelo aggiunto alle spalle del Bambino, e per la Madonna col Bambino e un angelo del Museo Fesch di Ajaccio.

Risultarono però determinanti nel progressivo processo di maturazione del suo linguaggio pittorico anche le influenze ricevute da Antonio e Piero del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio (maestro di Leonardo da Vinci), del quale potrebbe aver frequentato la bottega dopo la partenza di Filippo Lippi per Spoleto.

Eccellente ritrattista, Botticelli fu un autore poliedrico e il suo corpus spazia dai soggetti di carattere mitologico-allegorico ai soggetti di carattere religioso.

Nel 1469 Botticelli lavorava già da solo, come dimostra la portata al Catasto del 1469, in cui è segnalato come operante in casa propria. Il 9 ottobre 1469 Filippo Lippi morì a Spoleto e nel 1470 Sandro mise bottega per conto proprio

Il dittico con le Storie di Giuditta (1472), composto da due tavolette forse originariamente unite, può rappresentare un ulteriore compendio della lezione assimilata da Botticelli dai suoi maestri; nella prima, con la Scoperta del cadavere di Oloferne infatti, è ancora forte il richiamo allo stile del Pollaiolo, per la modellazione incisiva delle figure, l’acceso cromatismo ed il marcato espressionismo della scena

La sua fama oggi è legata soprattutto alle opere mitologiche, delle quali sono emblema due dipinti in particolare: questi sono due grandi tele custodite entrambe agli Uffizi di Firenze e sono la Nascita di Venere e l’Allegoria della Primavera, che sono oggi tra i dipinti più famosi al mondo, tanto da essere considerate due icone del Rinascimento italiano e dell’arte occidentale, grazie anche ai profondi significati filosofici e letterari riscontrabili in esse.

Ma fra le sue opere non si deve dimenticare l’Adorazione dei Magi eseguito tra il 1473 e il 1474, e conservato alla National Gallery di Londra, il ritratto di Giuliano de’ Medici (1478) oggi esposto alla National Gallery di Washington e del quale esistono altre due versioni, la prima esposta all’Accademia Carrara di Bergamo e la seconda Gemäldegalerie di Berlino.

 

Fra questi ritratti c’è anche il Ritratto di uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio (1474-75), esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Da questo ritratto prende spunto una bella riflessione su Botticelli scritta da Anselmo Pagani e riportata in calce a questo articolo.

 

Vi sono poi opere come la Venere e le tre grazie offrono doni a una giovane (1486 ca) oggi al Museo Louvre a Parigi, Pallade che doma il Centauro dipinto di grandi dimensioni a tempera su tela (207×148 cm) databile fra il 1482e il 1483 conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze, e la serie di Nastagio degli Onesti, ispirata da una delle cento novelle del Decamerone di Giovanni Boccaccio, composta da quattro dipinti tre dei quali sono esposti al Museo del Prado a Madrid, mentre il quarto è ospitato a palazzo Pucci a Firenze.

Mentre per quanto riguarda l’altro caposaldo dell’arte botticelliana, la produzione sacra, degna di nota è la cospicua produzione di Madonne col Bambino, realizzate preferibilmente in tondo e per le quali lui e la sua bottega divennero celebri; ma l’apice di questo genere è certamente rappresentato dai grandi affreschi realizzati per la Cappella Sistina a Roma (Prove di Mosè, e Tentazioni di Cristo, 1481-82).

Ma Sandro Botticelli lascia anche numerosi disegni che spesso sono opere preparatorie di dipinti, mentre i più famosi sono quelli che illustrano la Divina Commedia di Dante Alighieri, realizzati su carta pergamena (carta pecora) fra il 1490 e il 1496 per Lorenzo il Popolano (1463 – 1503) esponente del ramo cadetto Popolano (o del Trebbio) della famiglia Medici e cugino dell’omonimo Lorenzo il Magnifico. Questi disegni sono oggi sparsi fra la Biblioteca Apostolica vaticana e il Kupferstichkabinett di Berlino.

Botticelli fu così uno degli artisti prediletti dalla famiglia Medici e il più rappresentativo della vita artistica fiorentina nei giorni della magnificenza medicea, il più fiorito, il più ricco di immagini ondeggianti come nelle ottave del Poliziano. E quando Lorenzo il Magnifico muore, e Lorenzo di Pier Francesco abbandona Firenze, e l’odio si scatena contro gli antichi signori, Botticelli sembra preso da terrori apocalittici, come se il mondo precipitasse alla fine.

Nell’ultima fase produttiva dell’artista si palesò con forza il dilemma della Firenze che viveva ancora il periodo d’oro del Rinascimento ma che viveva anche i primi sviluppi dell’umanesimo e quindi visse il contrasto tra il mondo della cultura umanistica, con le sue componenti cortesi e paganeggianti, e quello del rigore ascetico e riformatore di Savonarola, che portò l’artista a un ripensamento e a una crisi mistica che si legge anche nelle sue opere.

L’arte e lo spirito di Botticelli subirono così una crisi che culminò in un esasperato misticismo, anche come conseguenza dell’influenza di Frà Girolamo Savonarola.

Nel 1493 morì suo fratello Giovanni e nel 1495 concluse alcuni lavori per i Medici del ramo “Popolano“, dipingendo per loro alcune opere per la villa del Trebbio. Nel 1498 i beni denunciati al catasto testimoniano un cospicuo patrimonio: una casa nel quartiere di Santa Maria Novella e un reddito garantito dalla villa di Bellosguardo nei dintorni di Firenze.

Nei primi anni del 1500 ormai la sua fama era in pieno declino anche perché l’ambiente artistico, non solamente fiorentino, era dominato dal già affermato Leonardo e dal giovane astro nascente Michelangelo.

Dopo la Natività mistica Botticelli sembra rimanere inattivo. Nel 1502 scrisse una lettera a Isabella d’Este offrendosi, libero da impegni, per lavorare alla decorazione del suo studiolo.

Nonostante fosse anziano e piuttosto in disparte il suo parere artistico doveva essere ancora tenuto in considerazione se nel 1504 venne incluso tra i membri della commissione incaricata di scegliere la collocazione più idonea per il David di Michelangelo.

Il pittore ormai anziano e quasi inattivo trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17 maggio 1510. Fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa di Ognissanti a Firenze.

Dopo la morte l’unico suo vero erede fu Filippino Lippi, allievo e collaboratore del Botticelli, che condivise con lui l’inquietudine presente nella sua ultima produzione.

Dopo la morte la sua reputazione fu eclissata profondamente e i suoi dipinti rimasero quasi dimenticati nelle chiese e nei palazzi per i quali erano stati creati, così come i suoi affreschi nella Sistina che furono messi in ombra da quelli straordinari di Michelangelo.

 

Questo lungo periodo di oblio della figura e delle opere di Sandro Botticelli ebbe fine a partire dal XIX secolo, quando venne riscoperto dalla storiografia artistica anche grazie e soprattutto all’influenza che ebbe sui Preraffaelliti.

 

Maestro del sacro e del profano, è stato descritto come un outsider nella corrente principale della pittura italiana, avendo egli un interesse limitato per molti degli aspetti associati alla pittura del Quattrocento, come l’ispirazione diretta all’arte classica e la rappresentazione realistica di anatomia umana, prospettiva e paesaggio. Infatti, la sua formazione gli ha permesso di rappresentare questi aspetti della pittura, senza però lasciarsi omologare dallo scenario contemporaneo.

 

 

Ritratto di uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio e altre opere nella vita di Sandro Botticelli

di Anselmo Pagani

 

Pochi furono i ritratti eseguiti da Sandro Botticelli ed ancora meno quelli pervenuti sino a noi, ma fra questi ne spicca uno raffigurante un giovane dallo sguardo intenso e dai lineamenti marcati, con due labbra sensuali, vestito in maniera sobria ma elegante al tempo stesso, con una berretta rossa in testa dalla quale fuoriesce una cascata di capelli folti e lunghi.

La sua presenza nel dipinto pare finalizzata all’ostentazione dell’oggetto che regge fra le mani a mo’ di trofeo, intanto che lo mostra con malcelato orgoglio agli osservatori.

Si tratta della medaglia aurea con l’effigie di Cosimo de’ Medici “il Vecchio”, coniata nel 1465 ad un anno preciso dalla sua morte contestualmente col riconoscimento postumo del titolo di “Pater Patriae” conferitogli dallo Stato fiorentino, una repubblica già trasformata de facto in una cripto-signoria medicea.

È l’unica certezza relativa al ritratto di un uomo sull’identità del quale però a tutt’oggi non si sa nulla di sicuro.

A dargli un nome nel corso degli anni ci hanno provato in tanti, ma alla fine due sono le ipotesi più accreditate.

Se la data d’esecuzione, come ritengono i più, fu il 1475, si potrebbe trattare di Antonio Filipepi, fratello dell’autore, che di professione faceva l’orafo e come tale era particolarmente attivo nel settore della medaglistica.

Se invece, come studi recenti hanno azzardato, la collocazione temporale dell’opera si situasse nella prima metà degli anni Ottanta, ci troveremmo davanti a Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, nato nel 1463 ed appartenente al ramo cadetto della dinastia, quello dei “Popolani”, che all’estinzione del ramo primigenio nel 1537 avrebbero preso il potere, con la nomina di Cosimo I a duca di Firenze.

Cresciuto come figlioccio da Lorenzo il Magnifico, eccolo rivendicare con l’esibizione di quella medaglia la comune appartenenza sua e dei più ricchi e potenti cugini alla Casata di Cosimo il Vecchio, quasi ad autolegittimarsi di fronte all’opinione pubblica in vista di una sua possibile “discesa in campo” nell’arena della vita politica cittadina.

Questo dipinto è solo uno fra i tanti enigmi della produzione artistica di Alessandro Filipepi, nato a Firenze nel 1445 da un conciatore di pelli che all’età di 13 anni lo mandò ad apprendere il mestiere nella bottega artigiana dove già lavorava come battiloro o “battigello” (da cui il soprannome di “Botticelli” che presto si sarebbe sostituito al suo vero cognome) il fratello maggiore Antonio, possibile protagonista di questo ritratto.

Il Vasari, suo primo biografo, ci dice però che “era in quell’età una dimestichezza fortissima per la quale Sandro, che era destro e si era tutto volto al disegno, invaghitosi della pittura si dispose volgersi a quella” e così, deposto il cesello per il pennello, eccolo entrare nel 1464 nella bottega di Filippo Lippi, dove sarebbe rimasto per tre anni, fino cioè alla chiamata del maestro a Spoleto per lavorare agli affreschi del Duomo locale.

L’”Adorazione dei Magi” del 1465 fu la prima opera autografa del Botticelli che però soltanto nel 1470, avendo acquistato nel frattempo sufficiente notorietà, iniziò a lavorare in proprio, istruendo anche alcuni allievi fra i quali Filippino Lippi, figlio del suo maestro.

Iscrittosi nel 1472 alla Compagnia di San Luca, la gilda degli artisti di quegli anni, il nostro ricevette importanti e ben retribuite commissioni da ambienti sia ecclesiastici che profani, legati in particolare al neoplatonismo tanto in voga negli anni d’oro della Firenze di Lorenzo il Magnifico.

Proprio i Medici furono fra i suoi principali committenti e per loro il Botticelli dipinse due dei suoi capolavori: l’”Allegoria della Primavera”, celebrazione della gioia di vivere cantata dal Magnifico nell’inno a Bacco, e la “Nascita di Venere”, diventata una delle icone del Rinascimento italiano.

La grazia epicurea di questi dipinti lasciò lo spazio a ben più sobrie tematiche a partire dal 1485, anno in cui si dice che, folgorato da un’infuocata predica tenuta da fra Girolamo Savonarola, il nostro divenne anche lui un “piagnone” (cioè un sostenitore dello scomodo frate), decidendo così di mettere la sua arte al servizio della religione fino a dipingere solo Madonne, Santi, Apostoli e Dottori della Chiesa.

Il suo pennello ne risentì, di pari passo coi guadagni e lo stato di salute. Così, come tante bizzose “star” artistiche, sebbene avesse “guadagnato assai, tutto per aver poco governo o per trascurataggine mandò a male”, riducendosi a vivere solo, in miseria e dimenticato da tutti i suoi ultimi anni fino a quando il 17 maggio del 1510 “condottosi vecchio e disutile, e camminando con due mazze perché non si reggeva ritto, si morì infermo e decrepito”, come ci racconta ancora il Vasari.

 

Anselmo Pagani

 

 


 

Sono arrivate fino a noi oltre 110 opere, tra affreschi e dipinti, attribuiti a Sandro Botticelli, senza contare i disegni.

Fra queste almeno 25 sono Madonne con il bambino, cinque Annunciazioni e sette adorazioni dei Magi.

 Delle opere di Botticelli circa 26 sono a Firenze (16 alla Galleria degli Uffizi, 3 alla Galleria Palatina e 2 all’Accademia), 9 a Londra (di cui 7 alla National Gallery), 5 a Berlino, 4 a Washington,3 al Museo del Prado di Madrid, 3 al Louvre di Parigi.

 Altre opere di Sandro Botticelli sono esposte a Milano, Bergamo, Parma, Roma, Edimburgo, Glasgow, Birmingham, Francoforte, Monaco, Dresda, San Pietroburgo (2), Philadelphia (4), Houston, Boston, ecc.

 

OPERE

  • Madonna col Bambino degli Innocenti, 1465-1467, tempera su tavola, 87×60 cm, Firenze, Galleria dello Spedale degli Innocenti;
  • Madonna col Bambino e un angelo, 1465-1467, tempera su tavola, 110×70 cm, Ajaccio, Museo Fesch;
  • Adorazione dei Magi, 1465-1470, tempera su tavola, 50×136 cm, Londra, National Gallery;
  • Madonna col Bambino, 1467 circa, tempera su tavola, 71×51 cm, Avignone, Musée du Petit Palais;
  • Madonna della Loggia, 1467 circa, tempera su tavola, 72×50 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Madonna col Bambino e un angelo adorante, 1468 circa, tempera su tavola, 88×68 cm, Pasadena, Norton Simon Museum;
  • Madonna col Bambino, due angeli e Giovanni Battista, 1468 circa, tempera su tavola, 85×62 cm, Firenze, Galleria dell’Accademia;
  • Madonna col Bambino e due angeli, 1468-1469 circa, tempera su tavola, 100×71 cm, Napoli, Museo di Capodimonte;
  • Ritratto di giovane, 1469 circa, tempera su tavola, 51×33,7 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina;
  • Madonna in gloria di serafini, 1469-1470, tempera su tavola, 120×65 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Madonna del Roseto, 1469-1470, tempera su tavola, 124×65 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Madonna delle Grazie, (attribuzione incerta) 1470 circa, tempera su tavola, 80×58 cm, Castellammare di Stabia, collezione privata;
  • Fortezza, 1470 circa, tempera su tavola, 167×87 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Pala di Sant’Ambrogio, 1470 circa, tempera su tavola, 170×194 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Madonna dell’eucaristia, 1470 circa, tempera su tavola, 84×65 cm, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum;
  • Ritratto di Esmeralda Brandini, 1470-1475, tempera su tavola, 65,7×41 cm, Londra, Victoria and Albert Museum
  • Adorazione dei Magi, 1470-1475, tempera su tavola, tondo, diam. 131,5 cm, Londra, National Gallery;
  • Ritorno di Giuditta a Betulia, 1472 circa, olio su tavola, 31×24 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Scoperta del cadavere di Oloferne, 1472 circa, tempera su tavola, 31×25 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • San Sebastiano, 1474 circa, tempera su tavola, 195×75 cm, Berlino, Staatliche Museen;
  • Madonna adorante il Bambino con San Giovannino, 1475-1480 circa Piacenza, Palazzo Farnese;
  • Ritratto d’uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio, 1474 circa, tempera su tavola, 57,5×44 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Adorazione dei Magi, 1475 circa, tempera su tavola, 111×134 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Adorazione del Bambino, 1476-1477, affresco, 200×300 cm, Firenze, chiesa di Santa Maria Novella;
  • Santa Caterina d’Alessandria, 1475 circa, Altenburg, Lindenau-Museum;
  • Madonna del Mare, 1477 circa, tempera su tavola, 60,5×49,5 cm, Firenze, Galleria dell’Accademia;
  • Ritratto di Giuliano de’ Medici, 1478-1480, tempera su tavola, 75,6×52,6 cm, Washington, National Gallery of Art;
  • Ritratto di Giuliano de’ Medici, 1478-1480 circa, tempera su tavola, 54×36 cm, Bergamo, Accademia Carrara;
  • Ritratto di Giuliano de’ Medici, 1478-1480 circa, tempera su tavola, 53×36 cm, Berlino, Gemäldegalerie;
  • Madonna Raczynski, 1477 circa, tempera su tavola, tondo, diametro 135 cm, Berlino, Gemäldegalerie;
  • Sant’Agostino nello studio, 1480, affresco, 152×112 cm, Firenze, chiesa di Ognissanti;
  • Cristo benedicente, 1480 circa, tempera su tavola, 45×29 cm, Detroit, Detroit Institute of Arts;
  • Ritratto di giovane donna, 1480 circa, olio su tavola, 47,5×35 cm, Berlino, Gemäldegalerie;
  • Giovane uomo con in mano una medaglia, 1480 circa, tempera su tavola, 58,7×38,9 cm, New York;
  • Natività, tempera su tavola, tondo, Cassino, Museo Abbazia di Montecassino;
  • Madonna del Magnificat, 1480-1481, tempera su tavola, tondo, diametro 118 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Ritratto di dama, 1480-1485, tempera su tavola, 82×54 cm, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut;
  • Madonna del Libro, 1480-1481 circa, tempera su tavola, 58×39,5 cm, Milano, Museo Poldi Pezzoli;
  • Annunciazione di San Martino alla Scala, 1481, affresco staccato, 243×550 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Ritratti di papi, 1481 circa, affreschi, Città del Vaticano, Cappella Sistina;
  • Prove di Mosè, 1481-1482, affresco, 348,5×558 cm, Città del Vaticano, Cappella Sistina;
  • Punizione dei ribelli, 1481-1482, affresco, 348,5×570 cm, Città del Vaticano, Cappella Sistina;
  • Prove di Cristo, 1481-1482, affresco, 345×555 cm, Città del Vaticano, Cappella Sistina;
  • Adorazione dei Magi, 1482 circa, tempera su tavola, 70×103 cm, Washington, National Gallery of Art;
  • Primavera, 1482 circa, tempera su tavola, 203×314 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Pallade che doma il centauro, 1482 circa, tempera su tela, 205×147,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Ritratto di giovane uomo, 1482-1483, tempera su tavola, 41×31 cm, Washington, National Gallery of Art;
  • Venere e Marte, 1483 circa, tempera su tavola, 69×173,5 cm, Londra, National Gallery;
  • Nastagio degli Onesti, primo episodio, 1483 circa, tempera su tavola, 83×138 cm, Madrid, Museo del Prado;
  • Nastagio degli Onesti, secondo episodio, 1483 circa, tempera su tavola, 82×138 cm, Madrid, Museo del Prado;
  • Nastagio degli Onesti, terzo episodio, 1483 circa, tempera su tavola, 83×142 cm, Madrid, Museo del Prado;
  • Nastagio degli Onesti, quarto episodio, 1483 circa, tempera su tavola, 83×142 cm, Firenze, collezione privata di palazzo Pucci;
  • Ritratto virile, 1483 circa, tempera su tavola, 37,5×28,2 cm, Londra, National Gallery;
  • Madonna Bardi, 1485, tempera su tavola, 185×180 cm, Berlino, Staatliche Museen;
  • Ritratto di giovane donna, 1485 circa, tempera su tavola, 61×40 cm, Firenze, Galleria Palatina;
  • Nascita di Venere, 1485 circa, tempera su tela, 172,5×278,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Annunciazione, 1485 circa, tempera e oro su tavola, 19,1×31,4 cm, New York, Metropolitan Museum;
  • Ciclo di villa Lemmi, 1486 circa, affreschi trasferiti su tela, Parigi, Musée du Louvre;
  • Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane, 211×284 cm, Parigi, Musée du Louvre;
  • Giovane uomo introdotto tra le Arti Liberali, 238×284 cm, Parigi, Musée du Louvre;
  • Madonna della melagrana, 1487, tempera su tavola, diametro 143,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Pala di San Barnaba, 1488 circa, tempera su tavola, 268×280 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Visione di sant’Agostino, tempera su tavola di predella, 20×38 cm;
  • Cristo nel sepolcro, tempera su tavola di predella, 21×41 cm;
  • Salomè con la testa di Giovanni Battista, tempera su tavola di predella, 21×40,5 cm;
  • Estrazione del cuore di sant’Ignazio, tempera su tavola di predella, 21×40,5 cm;
  • Madonna col Bambino, san Giovannino e angeli, 1488-1490, tempera su tavola, tondo, diam 170 cm, Roma, Galleria Borghese;
  • Annunciazione di Cestello, 1489-1490, tempera su tavola, 150×156 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Vergine adorante il Bambino, 1490 circa, tempera su tavola, tondo, diam 59,6 cm, Washington, National Gallery of Art;
  • Vergine che adora il Bambino dormiente, 1490 circa, tempera su tela, 122×80 cm, Edimburgo, National Gallery of Scotland;
  • Pala di San Marco, 1490-1492, tempera su tavola, 378×258 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Incoronazione della Vergine e santi, tempera su tavola di predella, 378×258 cm;
  • San Giovanni Evangelista a Patmos, tempera su tavola di predella, 21×269 cm;
  • Sant’Agostino nella cella, tempera su tavola di predella, 21×269 cm;
  • Annunciazione, tempera su tavola di predella, 21×269 cm;
  • San Gerolamo penitente, tempera su tavola di predella, 21×269 cm;
  • Miracolo di sant’Eligio, tempera su tavola di predella, 21×269 cm;
  • Annunciazione, 1490 circa, tempera su tavola, 49,5×58,5 cm, Glasgow, Kelvingrove Art Gallery and Museum;
  • Sant’Agostino nello studio, 1490-1494, tempera su tavola, 41×27 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Ritratto di Michele Marullo Tarcaniota, 1490-1495 circa, tempera su tela trasferita da tavola, 49×35 cm, Barcellona, Collezione Guardans-Cambó (esposto in prestito a lungo termine al Prado, Madrid);
  • Madonna col Bambino e san Giovannino, 1490-1495, tempera su tela, 134×92 cm, Firenze, Galleria Palatina;
  • Ritratto di Ser Piero Lorenzi, 1490-1495, tempera su tavola, 50×36,5 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art;
  • Pala delle Convertite, 1491-1493 circa, tempera su tavola, 215×192 cm, Londra, Courtauld Institute Galleries;
  • Maddalena che ascolta la predica di Cristo, 18×42 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art;
  • Festa in casa di Simone, 18×42 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art;
  • Noli me tangere, 18×42 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art;
  • Comunione e assunzione della Maddalena, 118×42 cm, Filadelfia, Philadelphia Museum of Art;
  • Madonna del padiglione, 1493 circa, tempera su tavola, tondo, diametro 65 cm, Milano, Pinacoteca Ambrosiana;
  • Calunnia, 1494-1495, tempera su tavola, 62×91 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Ritratto di Dante, 1495 circa, tempera su tela, 54,7×47,5 cm, Ginevra, collezione privata;
  • Compianto sul Cristo morto, 1495 circa, tempera su tavola, 107×71 cm, Milano, Museo Poldi Pezzoli;
  • Compianto sul Cristo morto con i santi Girolamo, Paolo e Pietro, 1495 circa, tempera su tavola, 140×207 cm, Monaco, Alte Pinakothek;
  • Comunione di san Girolamo, 1495 circa, tempera su tavola, 34,5×25,4 cm, New York, Metropolitan Museum;
  • Giuditta con la testa di Oloferne, 1495-1500, tempera su tavola, 36,5×20 cm, Amsterdam, Rijksmuseum;
  • Discesa dello Spirito Santo, 1495-1505, olio su tavola, 207×229 cm, Birmingham, Birmingham Museum & Art Gallery;
  • Storie di Virginia, 1498 circa, tempera su tavola, 85×165 cm, Bergamo, Accademia Carrara;
  • Storie di Lucrezia, 1498 circa, tempera su tavola, 83,5×180 cm, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum;
  • San Gerolamo, 1498-1505, tempera su tela, 44,5×26 cm, San Pietroburgo, Ermitage;
  • San Domenico, 1498-1505, tempera su tela, 44,5×26 cm, San Pietroburgo, Ermitage;
  • Cristo coronato di spine, 1500 circa, tempera su tavola, 47,6×32,3 cm, Bergamo, Accademia Carrara;
  • Assunzione della vergine con i santi Benedetto, Tommaso apostolo e Giuliano,1500 circa, Tempera e oro su tavola, 178 x 88.2 cm, Galleria nazionale di Parma;
  • Madonna col Bambino e san Giovanni Battista, 1500 circa, tempera su tavola, 123,8×84,4 cm, Boston, Museum of Fine Arts;
  • Trasfigurazione con i santi Gerolamo e Agostino, 1500 circa, tempera su tavola, 27,5×35,5 cm, Roma, Galleria Pallavicini;
  • Orazione nell’orto, 1500 circa, tempera su tavola, 53×35 cm, Granada, Museo de la Capilla Real;
  • Adorazione del Bambino, 1500 circa, tempera su tavola, tondo, diam. 125,7 cm, Raleigh, North Carolina Museum of Art;
  • Adorazione del Bambino, 1500 circa, olio su tavola, tondo, diam. 120,8 cm, Houston, Museum of Fine Arts;
  • Adorazione dei Magi, 1500 circa, tempera su tavola, 108×173 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi;
  • Madonna col Bambino e sei angeli, 1500 circa, olio su tavola, tondo, Firenze, Galleria Corsini;
  • Natività mistica, 1501, olio su tela, 108,5×75 cm, Londra, National Gallery;
  • Battesimo ed elezione a vescovo di san Zanobi, 1500-1505, tempera su tavola, 66,5×149,5 cm, Londra, National Gallery;
  • Tre miracoli di san Zanobi, 1500-1505, tempera su tavola, 65×139,5 cm, Londra, National Gallery:
  • Tre miracoli di san Zanobi, 1500-1505, tempera su tavola, 67,3×150,5 cm, New York, Metropolitan Museum;
  • Ultimo miracolo e morte di san Zanobi, 1500-1505, tempera su tavola, 66×182 cm, Dresda, Gemäldegalerie;
  • Crocifissione simbolica, 1502 circa, tempera su tela, 73,5×50,8 cm, Cambridge (Massachusetts), Fogg Art Museum.

 

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA

 

  1. Barbara Deimling, Botticelli. Taschen editore. Colonia (D) , 2007
  2. Wikipedia, Sandro Botticelli.
  3. Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori ed architetti: Sandro Botticello, pittor Fiorentino.
  4. Treccani Enciclopedia on line, Botticèlli, Sandro di Mariano Filipepi (https://www.treccani.it/enciclopedia/sandro-di-mariano-filipepi-detto-il-botticelli).
  5. it by De Agostino, Botticèlli Sandro (https://www.sapere.it/enciclopedia/Bottic%C3%A8lli,+Sandro.html).
  6. com, Sandro Botticelli.
  7. info, Sandro Botticelli (https://www.museionline.info/pittori/sandro-botticelli).
  8. Storiadell’arte.com, Botticelli (https://www.storiadellarte.com/biografie/botticelli/vitabotticelli.htm).
  9. Dario Mastromattei, Sandro Botticelli: la biografia e le opere più importanti. In Arteworld.it 2016/2017 (https://www.arteworld.it/sandro-botticelli-biografia/).
  10. Le Gallerie degli Uffizi, Opere Botticelli (https://www.uffizi.it/opere/search?query%5Bmatching_text%5D=botticelli).
  11. Alessandra Pagano, Storica National Geographic: Botticelli il pittore dei Medici, 21 aprile 2020 (https://www.storicang.it/a/botticelli-il-pittore-dei-medici_14660).

 

 

 

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