Pisa è il comune capoluogo della omonima provincia con 91.393 abitanti al 1° gennaio 2020 e si estende su di una superficie di 18.518,23 ettari equivalenti a 185,18 Km2. La densità media della popolazione è di 493,5 abitanti per Km2 (la densità media della Toscana è di 161,95 ab/km2, mentre la densità media dell’Italia è di 199,44 ab/km2 – fonte: ISTAT).
Il capoluogo si trova vicina alla foce del fiume Arno in una ampia pianura alluvionale a circa 5 metri sul livello del mare e dista 87 km da Firenze (circa 1 ora e 20 minuti di auto) e a circa 25 km da Livorno (circa 25 minuti di auto – da centro città a centro città) e a circa 20 km da Lucca (circa 30 minuti di auto).
Il territorio comunale confina a Nord con il comune di San Giuliano Terme (PI), a Est con il comune di Cascina (PI), a Sud con i comuni di Collesalvetti e Livorno (LI), a Ovest con il mare.
Il patrono del comune è San Ranieri e viene festeggiato il 16 giugno.
PISA: un pò di storia
Pisa è una città d’arte fra le più famose d’Italia per il complesso dei suoi monumenti medioevali, di originalissima realizzazione dell’architettura romanica italiana e testimonianza del suo passato di potente Repubblica Marinara. Centro di grandi tradizioni culturali e sede degli illustri istituti universitari, ha avuto nell’ultimo secolo una notevole espansione urbanistica in coincidenza con lo sviluppo delle sue attività commerciali industriali e universitarie.
Secondo alcuni storici, Pisa fu una colonia greca fondata da mercanti focesi[1] nel settimo o sesto secolo avanti Cristo in territorio abitato dai Liguri prima, poi dagli Etruschi alla confluenza dei fiumi Arno e Serchio; secondo altri studiosi, era una città Ligure occupata nel quinto secolo dagli Etruschi nella loro più avanzata espansione verso nord sul litorale tirrenico.
Pisa, fin da subito, fu alleata di Roma sin dalla seconda guerra punica e poi sua colonia militare, col nome di Julia obsequens, sotto Cesare Ottaviano, che sistemò il Portus pisanus, a mezzogiorno del sinus pisanus, che era un vasto ambiente lagunare, colmatosi nel corso del Medioevo, in cui sfociava l’Arno.
Fu base navale della massima importanza durante tutta l’epoca romana per le imprese nel Mediterraneo Occidentale, conservò anche in età gotica e longobarda notevoli attività marinaresche, cominciando poi, nella successiva età carolingia, ad affermarsi in quello di difesa delle coste tirreniche e dei traffici che divenne in seguito, insieme all’arginamento dell’avanzata araba, l’aspetto più famoso della sua storia.
Nel secolo XI la città si diede una organizzazione comunale e venne precisando una propria politica autonoma sui traffici nel Mediterraneo. In contemporanea con Genova compì le prime imprese in Sardegna, ove incominciò ad esercitare la sua influenza politica ed economica dopo averla liberata dai Saraceni nel 1015-1016.
Fu poi alleata dei Normanni ai quali agevolò la conquista della Sicilia e partecipò con un gran numero di navi alla prima crociata, ricavandone ingenti benefici economici, fondando in Oriente colonie mercantili e incrementando i suoi traffici.
Nel 1092 Pisa fu eretta ad Arcivescovado con giurisdizione metropolitana sulla Corsica, estesa nel secolo XII alla Sardegna.
Il secolo XII è il grande secolo del comune marinaro pisano che, fiaccata nel 1135-37 la rivale Amalfi, dopo una grande vittoria ottenuta alle Baleari sui musulmani di Spagna, diventò sostenitrice dell’autorità Imperiale in Toscana e in Italia. Federico Barbarossa, nel 1162, concesse a Pisa un vasto territorio, che si estendeva sul litorale da Portovenere a Civitavecchia, nonché il riconoscimento dei privilegi e diritti feudali a Napoli e Salerno, nella Calabria e in Sicilia. Nel 1165 ottenne in feudo anche tutta la Sardegna.
È questo il secolo del suo maggiore splendore artistico, ma già dalla seconda metà del secolo XII fino al XIII secolo, dovette confrontarsi con numerose vicissitudini che favorirono la decadenza politica della città. Dapprima l’antica rivalità con Lucca per ragioni di transito e di commercio terrestri, successivamente i conflitti con Genova, per il dominio sulla Sardegna, Corsica e la supremazia commerciale nel Mediterraneo, poi quella con Firenze che voleva raggiungere il mare attraverso l’Arno, e infine alcune lotte interne, vennero sempre più determinando il suo declino.
La famosa sconfitta ricevuta dai genovesi alla Meloria, il 6 agosto 1284, recò al comune pisano un colpo dal quale non poté mai più riaversi, privandola di quasi tutta la sua flotta e inasprendo fino alla ferocia le sue contese interne (episodio del Conte Ugolino della Gherardesca, 1288, ricordato da Dante Alighieri nell’inferno).
Nel secolo XIV Pisa, ancora incerta fra Il reggimento comunale e la Signoria, visse un fugace dominio di Uguccione della Faggiuola nel 1314-1315, e poi il dominio dei della Gherardesca dal 1316 al 1341, che allontanò sempre più dalla tradizionale politica ghibellina della città.
Con il dominio signorile dei Gambacorta, si decise per una apertura alla politica fiorentina, ispirata soprattutto dagli interessi prevalenti degli armatori e dei marinai che avevano interessi nei commerci di Firenze, osteggiati invece dagli industriali e commercianti lanieri, che erano avversi a Firenze.
La crescita di Firenze portò ben presto Pisa a diventarne subalterna, avendo nel frattempo perso la Sardegna (nel 1327 passata al Regno di Aragona nel 1327), e il suo piccolo impero coloniale non più protetto dalla flotta.
Con Jacopo d’Appiano, che nel 1392, a capo di una congiura, uccise Pietro Gambacorta, signore della città dal 1370, Pisa entrò per qualche tempo nell’orbita della politica Viscontea e, nel 1399, fu venduta da Gherardo d’Appiano, figlio di Jacopo, a Gian Galeazzo Visconti.
Scossa la signoria Viscontea con una ribellione nel 1405, stremata di forze e anche demograficamente assai decaduta, dopo un lungo assedio, nel 1406 fu presa definitivamente dai fiorentini.
Dopo un periodo di lungo abbandono la città cominciò a godere di un relativo benessere sotto i Medici, specialmente sotto il Lorenzo il Magnifico, che nel 1472 vi riformò lo studio, sorto nel secolo XII e iniziò la costruzione della Sapienza o Università degli Studi.
Pisa visse una breve parentesi sotto la protezione francese, con una parvenza di libertà ottenuta da Carlo VIII nel 1494, tornando sotto la dominazione fiorentina nel 1509. Da questo anno la sua storia è rimasta legata a quella di Firenze e del successivo Granducato di Toscana.
I Granduchi, e specialmente Cosimo I (1519-1574) e più ancora suo figlio, Ferdinando I (1549-1609), rivolsero a Pisa grandi attenzioni, completando e ordinando lo studio, ricostruendo il Ponte di Mezzo, il Canale dei Navicelli che la unì al nuovo porto di Livorno, istituendo l’Ufficio dei Fiumi e dei Fossi per la bonifica della campagna e fondando 1562 quell’ordine militare dei Cavalieri di Santo Stefano che tanta importanza ebbe per la città.
I Granduchi lorenesi continuarono la politica medicea nei riguardi di Pisa, la cui vita andà sempre di più concentrandosi intorno all’Università.
Nel marzo del 1860, con un plebiscito, la città approvò la sua annessione al Regno d’Italia. Se ne avvantaggiò la sua economia e iniziò un processo di industrializzazione e di sviluppo urbanistico che è continuato per quasi tutto il XX secolo.
Pisa è stata molto duramente colpita durante la seconda Guerra Mondiale che causò gravissimi danni alle abitazioni specialmente in sinistra dell’Arno e al patrimonio artistico cittadino in particolare al camposanto, a San Michele in Borgo, San Michele degli Scalzi, San Paolo a Ripa d’Arno, alla chiesa di San Matteo, ai palazzi “Alla Giornata” e “Della Carovana”, alle case di via delle Belle Torri.
Pisa è oggi un centro Universitario di prestigio con tre importanti università, fra le quali la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant’Anna. È una meta turistica molto frequentata e sede di commercio e di alcune industrie e centri di ricerca.
Pisa ha dato i natali a numerosi uomini illustri, fra i quali Leonardo Fibonacci, che nel 1202, con il Liber abaci, introdusse in Europa il sistema numerico degli arabi, il matematico, fisico e astronomo Galileo Galilei (1564-1642), il fisico Antonio Pacinotti (1841-1912), che scoprì l’anello elettromagnetico, l’egittologo Ippolito Rosellini (1800-1843) e il letterato Alessandro D’Ancona (1835-1914).
Cenni di storia dell’arte
L’arte pisana si è sviluppata soprattutto dal XI secolo fino alla fine del XIV, ed ebbe nel duecento e nei primi decenni del Trecento il suo momento di maggior splendore, in coincidenza con l’affermazione della Repubblica Marinara.
L’architettura pisana fu il risultato originale di una intensa elaborazione di elementi della più disparata natura e provenienza. All’inizio si sviluppò contemporaneamente alla vicina architettura lucchese, a carattere più dichiaratamente lombardo, con la quale più tardi si fuse dando luogo al cosiddetto stile pisano-lucchese. Questo stile si manifestò dapprima nella costruzione della città stessa, assai vasta per l’epoca, con le torri a schiera su pilastri di pietra e archi di mattoni, e poi nel Duomo, dovuto all’opera di Buscheto (strutture e decorazione esterna del secolo XI) e a quella di Rainaldo al quale si deve la facciata e l’abside principale (sec. XIII) .
Fu una Architettura di stile romanico sereno e robusto, impiantato sul solido ceppo dell’arte classica paleocristiana, di cui nei primi anni del secolo XI era stata alta testimonianza soprattutto la basilica suburbana di San Piero a Grado.
Nello stesso tempo fu capace di accogliere comporre organicamente influenze di carattere lombardo e soprattutto musulmano, determinate dalle frequenti relazioni che la città ebbe con l’Oriente. Vivaci influssi vennero esercitati in tutta la Toscana, in Corsica, in Sardegna e anche nel mezzogiorno (Puglia).
Soltanto dopo la seconda metà del XIII secolo, specialmente per opera di un insigne maestro come Giovanni di Simone, autore del Camposanto, di Santa Caterina e di San Francesco, l’architettura pisana comincio ad adornarsi di particolari decorativi gotici italianizzati di eleganza estrema.
L’arte gotica, che aveva pervaso altre città italiane, sfiorò appena Pisa lasciandovi pochi esempi di vera e propria novità strutturale (San Francesco e Santa Caterina), in parte abolita da successivi rimaneggiamenti. Gli elementi gotici appaiono quasi sempre come nella luce esterna della Cupola del Duomo, nel rivestimento del primo piano del Battistero, in Santa Maria della Spina e nel Camposanto, come semplice ornamentazione, oppure sono fusi con gli aspetti tradizionali romanici, come nelle facciate di San Michele in Borgo e Santa Caterina.
[1] La Focide (in greco antico: Φωκίς, Phokís) è una regione storica dell’antica Grecia che circonda il Monte Parnaso, situata tra la Beozia e la Locride a sud e l’Epiro a nord.
Pisa, un museo a cielo aperto.
fonte: Comune di Pisa
Pisa, il cui nome sembrerebbe derivare dalla parola etrusca ‘foce’, ‘bocca’, vanta una storia millenaria sulle cui tracce il visitatore può incamminarsi perdendosi nel tessuto cittadino, caratterizzato da piazze maestose e ricche di storia, monumenti mirabolanti ed edifici dai diversi stili.
La città, sui cui Lungarni si affacciano pregiati palazzi in stile gotico e rinascimentale, dai cui vicoli, sorvegliati da ‘case torri’ medievali, fanno capolino giardini nascosti e maestose facciate di chiese romaniche e gotiche, e nelle cui piazze risplendono monumenti unici per bellezza e magnetismo, offre un’esperienza emozionante.
Lo splendore eburneo di Piazza del Duomo (o Piazza dei Miracoli), simbolo della ricchezza e del fasto della Repubblica Marinara di Pisa, con i quattro monumenti più evocativi della città; il Battistero (dall’acustica unica), il Camposanto Monumentale, impreziosito da straordinari affreschi, la Cattedrale di Santa Maria Assunta, capolavoro assoluto dell’architettura romanico-pisana, e il celeberrimo Campanile, o Torre di Pisa, conosciuto in tutto il mondo per la particolare pendenza, potrebbero essere sufficienti a stupire il visitatore, che, tuttavia, salendo sul camminamento medievale, che costeggia la piazza, ha la possibilità di osservare, da un’inedita prospettiva, l’intera città.
La città, famosa anche per le sue istituzioni universitarie, che hanno contribuito ad arricchirla e che affondano le proprie radici in epoche lontane, offre al visitatore una vita culturale stimolante e ricca, con eventi e manifestazioni che si svolgono all’interno delle sedi universitarie e dei suoi tanti musei e teatri e che, in occasione del cosiddetto ‘Giugno pisano’, coinvolgono l’intero centro, che, tra regate, sfilate e giochi medievali, diventa teatro di colorate rievocazioni storiche.
La notte del 16 giugno, in onore di San Ranieri, Patrono di Pisa, i Lungarni e la Torre di Pisa si impreziosiscono dello scintillare di luci e candele: i contorni illuminati dei portoni e delle finestre che si affacciano sui lungarni si specchiano nel plumbeo scorrere del fiume, mentre la città scivola in un sogno senza tempo…
Altre informazioni verranno pubblicate prossimamente!
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