La Tuscia (il termine Toscana è molto più tardo) nasce e si impone parallelamente al nascere e imporsi del volgare italiano (cioè nei secoli XII e XIII) e non ha ancora una precisa configurazione storica. In questo periodo storico quindi non si presenta con i segni di una sua propria identità rispetto alle altre regioni italiane.

Il dominio di Odoacre[1] e poi quello dei Goti non ha lasciato tracce avvertibili, se non per il modo come il dominio Goto si estinse, attraverso una guerra feroce, durata con intermittenza per 18 anni fra stragi e distruzioni.

La successiva invasione e insediamento dei Longobardi trovarono un paese meno allettante che non la Pianura Padana. I pochi insediamenti Longobardi in Toscana furono dettati non dalla prosperità del luogo, bensì dalle ragioni militari, dalla necessità di presidiare gli incerti e contesi confini verso i domini bizantini.

La Tuscia Longobarda costituì un Ducato, variamente articolato in ripartizioni minori. È indubbia la prevalenza su tutti di Lucca, probabilmente la prima città Toscana investita dagli invasori Longobardi provenienti dal Passo della Cisa. Oltre a Lucca l’unica città di qualche rilievo fu Pisa, dove sembra persistesse qualche attività marinara, di cui si fecero forti i Longobardi, per loro natura estranei alla vita di mare, per tentare espansioni in Corsica e con scarsi risultati in Sardegna.

Le altre città della Tuscia come Pistoia, Fiesole, Firenze e Arezzo erano profondamente decadute e tali rimasero in età longobarda.

Anche le città costiere subirono i disastrosi effetti dell’impaludamento, ma forse anche di più, a partire dal secolo VIII, quelli delle reiterate incursioni saracene.

Nel 774 il regno longobardo fu inglobato nel dominio dei Franchi alla cui testa Carlo Magno[2] ricostituì parte dell’impero romano d’occidente, e si fece incoronare a Roma Imperatore dei Romani da Papa Leone III il 25 dicembre dell’800 d.C.

Di questo nuovo Impero la Tuscia rappresenta un importante marca di confine, anche se il controllo di Carlo Magno di fatto si estendeva fino alla Campania.

Lucca, pur mantenendo la sua preminenza e continuando ad essere la sede abituale del marchese, ridusse la sua importanza nella regione. In questo periodo si diffusero anche in Toscana le istituzioni feudali, detenute sia da signori laici sia da enti ecclesiastici mente monasteri dell’ordine benedettino, nelle città è più nelle campagne: il più celebre e potente di questo tempo quello di San Salvatore sul monte Amiata (oggi Abbadia San Salvatore).

La Tuscia, passata in mani diverse, ebbe una parte importante anche nella politica del cosiddetto Regno Italico indipendente (888-962) e raggiunse il culmine poi verso l’anno 1000 con il Marchese Ugo di Toscana.

A partire dalla metà del secolo XI, malgrado l’inclusione della Toscana nel più vasto complesso dei domini degli Attoni signori di Canossa, Modena, Reggio, Mantova e Ferrara, l’azione, sempre relativamente unitaria, del potere marchionale, comincia ad essere affiancata, se non ancora contrastata da forze nuove, non feudali o appartenenti ai livelli subordinati minori dell’ordine feudale, che fanno capo alle città. non si tratta ancora di un ordinamento costituzionalmente comunale, ma di tendenze autonomistiche che vi preludono.

In molte città episcopali, ma specialmente a Pisa, Lucca e soprattutto a Firenze, questa nuova vita dell’elemento cittadino si manifesta anche nella adesione combattiva alla Riforma Gregoriana della chiesa, variamente mescolandosi alla lotta politica fra il papato e l’impero.

 

NOTE

[1] Odoacre, nacque nel 433 circa da Edecóne, principe sciro o unno e generale dello stato maggiore di Attila, e da madre scira o turingia. Incerta la parentela per via materna con l’imperatrice Elia Verina, attestata dal cronista Giovanni di Antiochia. Le notizie contrastanti circa la sua origine etnica – unna, scira, turingia, ruge – sono dovute a una complessa interconnessione tribale più che all’incertezza delle fonti. Trascorse presumibilmente l’infanzia e l’adolescenza alla corte di Attila. Nel 476 divenne re degli Eruli e patrizio dei Romani. (fonte: enciclopedia Treccani)

[2] Carlomagno, figlio primogenito di Pipino il Breve. dal latino Carolus Magnus, in tedesco Karl der Große, in francese Charlemagne (2 aprile 742Aquisgrana, 28 gennaio 814), è stato re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall’800 primo Imperatore dei Romani, incoronato da papa Leone III nell’antica basilica di San Pietro in Vaticano.