Nel corso del IV e del III secolo i Romani dapprima svilupparono una amicizia con le città etrusche più meridionali (Arezzo, Cortona e Perugia), fino ai tempi della prima guerra punica quando ormai tutta la Toscana era sotto l’amministrazione di Roma, pur lasciando a loro una certa autonomia.

A seguito di questa saggia “autogestione” amministrativa concessa dei romani, nel 217 aC gli Etruschi, sollecitati a ribellarsi contro Roma da Annibale Barca che stava attraversando la regione, preferirono restare fedeli a Roma subendo devastazioni ad opera dell’esercito del condottiero cartaginese.

Con l’espansione di Roma nei territori che erano stati della federazione delle città etrusche, venne costituita una regione amministrativa, la VII Regio di Augusto, e la Toscana continuò così ad essere, sia pure parte dell’Impero Romano, una unità amministrativa e culturale.

Con la VII Regio, Augusto cercò di sollevare quelle condizioni economiche con provvide leggi e con questo riordino amministrativo dell’Italia. La settima regione aveva per confini a nord e a nord-est il fiume Magra e l’appennino tosco emiliano, a sud est il fiume Tevere, escluso il territorio tifernate, a ovest il mare fino alla foce del Tevere.

Nel primo secolo della dominazione romana la regione continuò a prosperare favorita dal governo romano, che fondò colonie e diede particolare impulso alle opere pubbliche e specialmente alle grandi vie che congiungevano Roma all’Etruria e questa alla Gallia cisalpina.

Del 241 aC è la via Aurelia lungo il mare, del 225 la via Clodia che da Veio si allacciava all’Aurelia, del 220 circa la via Cassia da Roma a Fiesole e successivamente prolungata fino alla via Aemilia Scauri oltre l’Appennino e alla via Aurelia che scorreva lungo il litorale tirrenico, del 187 la via Flaminia che per Arezzo attraversava l’Appennino per approdare in Emilia.

Nel 91 a.C. venne concessa formalmente la cittadinanza romana a tutti gli Italici.

Nell’ultimo secolo della Repubblica romana l’Etruria si avvia a un decadimento sempre più pernicioso vi influirono prima le lotte civili dei romani le quali ebbero con la un teatro d’azione e poi la malaria che in quello stesso tempo vi si era diffusa.

Lo spopolamento, il sistema di lavoro servile e latifondi furono effetti perniciosi, resi ancor più gravi per l’Etruria dalla crisi della cultura a grano non più redditizia per l’importazione che di questo si faceva ora dall’Oriente e dall’Egitto nello stesso tempo decade l’industria mineraria.

Alla fine del secolo terzo, per il nuovo ordinamento dato da Diocleziano, l’Umbria fu unita Etruria (era oramai più in uso il nome di Tuscia).

A governare la regione vi era un Corrector[1] che aveva sede a Florentia.

Verso il 370 la Tuscia fu divisa in suburbicaria, a sud del fiume Arno e in annonaria a nord; quest’ultima nel secolo quinto fu unita l’Emilia.

 

NOTE

[1] Il Corrector («risolutore», «riparatore») era un funzionario civile dell’Impero romano, preposto all’amministrazione di un’area più o meno estesa all’interno di una provincia romana. affiancato al locale governatore; successivamente fu il titolo conferito al governatore di alcune province del Tardo impero, che erano di dimensioni inferiori a quelle alto-imperiali. I primi correctores erano funzionari di rango senatorio che si occupavano di gestire alcune città greche; dall’epoca di Caracalla anche nella penisola italiana iniziarono a diffondersi saltuariamente questi funzionari, e in alcuni momenti della crisi del III secolo si giunse a nominare un unico corrector totius Italiae («riparatore dell’intera Italia»). Fonte: Wikipedia