La storia della Toscana si sviluppa durante tre millenni e, nonostante le numerose vicissitudini storiche, i cambiamenti di potere locale, le suddivisioni interne, la Toscana ha sempre avuto una sua forte identità e non l’ha mai persa nemmeno sotto il dominio di terzi.

La Toscana è stata abitata sin dal paleolitico ma le prime tracce di civiltà vengono fatte risalire all’età Villanoviana.

La cultura Villanoviana è collocata fra il X e l’VIII secolo avanti Cristo, ovvero durante l’età del ferro.

Secondo la tradizione letteraria Erodoto[1] afferma che gli Etruschi erano un popolo proveniente dall’Asia Minore (Lidia), mentre Tito Livio[2] ipotizza che sarebbero invece arrivati dal nord, infine lo storico Dionigi di Alicarnasso[3] sosteneva che invece erano indigeni autoctoni.

Probabilmente c’è un po’ di verità in tutte le tre ipotesi degli storici antichi. Risultano infatti migrazioni di gruppi isolati dall’Asia Minore verso il centro Italia attratti dalle ricche miniere della regione (colline metallifere, monte Amiata, Isola d’Elba), che si mescolarono con popolazioni già presenti nell’area.

La conferma della presenza di popoli autoctoni è confermata proprio dai reperti di età Villanoviana scoperti nel 1853 da Giovanni Gozzadini nei pressi di Villanova in provincia di Bologna. Da qui la questi popoli migrarono verso sud oltre l’Appennino e si stabilirono fra l’Arno, il Tevere e il mare.

A partire dall’VIII secolo a.C. questi popoli si svilupparono in una vera e propria civiltà grazie alla ricchezza in ferro e metalli del territorio.

Lo sviluppo della civiltà Etrusca si deve sicuramente anche alle propizie condizioni climatiche di un territorio magnifico e ospitale per varietà di territori, di suoli, di suggestiva bellezza.

La ricchezza e la varietà di ecosistemi, concentrati in questa regione, hanno favorito lo sviluppo di una grande biodiversità di flora e fauna selvatica, favorendo l’agricoltura, la caccia, l’allevamento e la pesca.

Nei costumi, nell’arte e nella religione degli Etruschi si possono riscontrare affinità con le tradizioni dei popoli dell’Egeo e dell’Anatolia.

In sostanza gli Etruschi furono il frutto della fusione di tre popoli diversi quali quella nordica, quella indigena e quella orientale che costituirono un popolo che non ebbe però mai una sua vera identità politica unica, ma risultava legata dai commerci che avvenivano fra i numerosi insediamenti abitati della costa e dell’interno.

Essi trasformarono i tanti villaggi preistorici dispersi in centri abitati o vere e proprie città dell’epoca, la cui vita storica è continuata per secoli fino ai giorni nostri.

I principali centri abitati della costa erano Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, mentre nell’interno fiorirono vere e proprie città come Chiusi, Cortona, Arezzo, Fiesole e Volterra.

L'espansione Etrusca

La massima espansione Etrusca

Queste città erano governate dai Lucumoni, una specie di Re che avevano però poteri prevalentemente religiosi. Fra il VI e il V secolo aC un Lucumone era a capo di una specie di federazione di dodici città etrusche (dodecapoli).

Successivamente questi capi si trasformarono in oligarchie (come i Tarquini nel sud) che comandavano città raggruppate in leghe più di natura religiosa che politica.

Il sistema delle città Etrusche si sviluppo simile a quello delle città greche e italiche, senza formare uno stato unitario, ma semplicemente basate sulla coesistenza di entità autonome, e talvolta persino in lotta fra di loro, che sentivano però fortemente la loro unità politica e religiosa.

Gli Etruschi, grazie alla ricchezza del territorio, alle coltivazioni di grano, all’allevamento di animali e ai prodotti minerari, allargarono la loro presenza nella pianura padana dapprima con Felsina (l’odierna Bologna), Marzabotto e Spina collegata con l’Adriatico che sviluppava i propri scambi commerciali con il mondo ellenico.

Verso sud gli Etruschi si svilupparono con insediamenti nel Lazio e in Campania come Cuma e Cava de’ Tirreni.

Il periodo di massima prosperità ed espansione fu raggiunto dagli Etruschi verso la metà del sec. VI aC. Nel 535, alleati dei Cartaginesi, sconfissero, nella battaglia di Alalia, davanti alla Corsica, i Focesi di Marsiglia, popolo marinaro con una flotta molto potente.

Il declino della civiltà Etrusca e della loro espansione cominciò invece verso la fine del VI secolo e proseguì nel V secolo aC.

La Chimera Etrusca

La Chimera Etrusca. Firenze, Museo Archeologico

Gli Etruschi non riuscirono più a resistere alla pressione dei Greci e dei Cartaginesi sul mare, dei Galli e dei Romani da terra, ritirandosi progressivamente entro i territori della odierna Toscana delimitati dagli Appennini, dal mare e dal Monte Amiata.

L’espansione di Roma portò prima alla conquista e al dominio dei territori dei Tarquini, intorno all’anno 510 aC, successivamente, con l’isolamento degli insediamenti Etruschi in Campania, e la sconfitta navale di Cuma, nel 474 aC.

Gli ultimi insediamenti Etruschi videro al Sud la conquista dei Sanniti, prima dell’avvento dei romani, mentre nella pianura padana, l’arrivo dei Galli, mise fine alle propaggini Etrusche in quei luoghi.

Nel 336 aC Roma, con la conquista di Veio, pose fine alla autonomia della lega dei popoli Etruschi, anche se per circa un secolo le diverse città Etrusche ostacolarono l’espansione romana.

Di questi circa sette secoli di civiltà Etrusca ci restano moltissime testimonianze archeologiche con reperti artistici di grande pregio, ma scarse testimonianze scritte. La lingua che usavano era assimilabile al greco ed è stata decifrata principalmente dalle iscrizioni tombali.

L’arte etrusca rappresenta un importante elemento di ricostruzione storica; sintesi di elementi greci, fenici e di caratteri propri, fu un punto di riferimento anche per l’arte romana.

sarcofago degli sposi

Il sarcofago degli sposi – Parigi Museo del Louvre

Al VI sec. a.C. risalgono alcune delle più belle tombe ricche di dipinti. Tra gli elementi scultorei campeggiano il sarcofago degli sposi, oggi conservato al museo del Louvre, l’Apollo, opera di Vulca, l’unico artista di cui si conosca il nome, la lupa capitolina e la chimera etrusca di Arezzo conservata al Museo Archeologico di Firenze.

Resti di ceramiche di fattura greca, cofanetti, pettini, monili d’avorio, braccialetti testimoniano i contatti con il mondo greco e fenicio.

Un altro manufatto ritrovato in numerosi scavi è il bucchero. Questo era un elaborato in ceramica tipico dell’artigianato etrusco, di colore scuro, con venivano prodotte anfore, vasi, piatti e altri oggetti di uso comune.

buccheri

Buccheri al Museo Archeologico di Firenze

La più importante novità in campo architettonico, assimilata anche dai Romani, fu l’introduzione dell’arco tra il III e il II sec. a.C., il cui elemento portante era la “pietra a cuneo” che aveva la funzione di chiave di volta per bloccare tutte le pietre che costituivano la soglia della porta e ottenere l’equilibrio di tutti gli elementi.

La civiltà etrusca trasmise elementi sostanziali alla civiltà romana, sia dal punto di vista architettonico che politico soprattutto con i tre re etruschi di Roma (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo), fra il 616 e il 510 aC, che fa pensare più ad una conquista del potere di Roma da parte degli Etruschi che di una vera e propria sconfitta di questi ad opera della Roma nascente.

 

NOTE

[1] ERODOTO (greco Hēródotos). Storico greco (Alicarnasso ca. 485-forse Atene ca. 425 a. C.).

[2] TITO LIVIO (latino Titus Livíus), storico romano (Padova 59 a. C.-forse Padova 17 d. C.).

[3] DIONIGI DI ALICARNASSO (Διονύσιος, Dionysius) retore e storico greco nato ad Alicarnasso (odierna Bodrum in Turchia) 60 aC ca, morto a Roma dopo il 7 dC).