Capraia isola è un comune della provincia di Livorno (LI) con 392 abitanti al 1° gennaio 2020 e si estende su di una superficie di 1.932,7 ettari equivalenti a 19,33 Km2. La densità media della popolazione è di 20,28 abitanti per Km2 (la densità media della Toscana è di 161,95 ab/km2, mentre la densità media dell’Italia è di 199,44 ab/km2 – fonte: ISTAT).

Il capoluogo si trova sul mare, anche se una parte del centro abitato, con la sede del municipio, si trova a circa 52 metri sul livello del mare e dista, in linea d’aria 67 km (distanza porto di Capraia – porto di Livorno) dal capoluogo di provincia (circa due ore e quarantacinque minuti di traghetto). Da Livorno si raggiunge Firenze, attraverso la Strada di Grande Comunicazione “Firenze-Pisa-Livorno”, in 81,5 km.

Essendo un’isola dell’Arcipelago Toscano, il territorio comunale non confina con nessun comune.

Il patrono del comune è San Nicola e viene festeggiato il 6 dicembre.

 

Alba sull’isola di Capraia vista da Macinaggio (Corsica)

 

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L’isola di Capraia è posta nel Tirreno settentrionale (secondo l’Organizzazione Idrografica Internazionale fa parte del Mar Ligure – ndr) ed è la terza isola per estensione dell’arcipelago toscano.

Ha una superficie di circa 20 Km quadrati, una lunghezza di 8 Km per una larghezza di 4 Km ed è in realtà più vicina alle coste còrse (31 km – distanza minima in linea d’aria 28.200 metri ndr)) piuttosto che a quelle italiane (54 km dalla penisola – 35 km dal punto più vicino dell’isola d’Elba – ndr).

Dal punto di vista amministrativo l’isola ha un comune proprio, il Comune di Capraia Isola che fa parte della provincia di Livorno ed è il più piccolo Comune della Toscana.

Capraia Isola costituisce l’unico piccolo centro abitato del territorio. L’isola può essere raggiunta in barca o con il traghetto con imbarco dal porto di Livorno, da cui dista circa 64 km, e, nel periodo estivo, anche con un servizio di navetta veloce.

Capraia fa parte della rete “Natura 2000” come sito d’importanza comunitaria, secondo la normativa CEE 92/43 e, più recentemente, anche del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, istituito il 22 luglio 1996 con Decreto del Presidente della Repubblica, e di cui fanno parte altre sei isole: Gorgona, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri, dette le “Sette Perle dell’Arcipelago Toscano” con i relativi 60.000 ettari di mare.

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è il più grande parco marino d’Europa.

 

LA STORIA

L’isola di Capraia è ricca di storia e ha origini   antichissime. Popolata già durante la preistoria dal 2500 a.C., come testimoniano le punte di armi in selce e ossidiana, fu abitata da diversi popoli di navigatori fra i quali Tirreni, Umbri, Greci e Cartaginesi, che ne fecero punto di sbarco e di sosta, e gli Etruschi che ne sfruttarono il legname per rifornire le fonderie dell’isola d’Elba.
L’etimologia del nome dell’isola sembra legata al termine greco Aegylon, “isola delle capre“. Data la mancanza di una vera colonizzazione ellenica dell’isola, il nome è probabilmente dovuto alla consuetudine romana di utilizzare frequentemente grecismi, nonché al termine etrusco “carpa“, che significa “pietra“, pertanto “isola delle pietre“.
Nel 67 a.C. il console romano Gneo Pompeo impose il controllo sull’arcipelago toscano, dando inizio ad un periodo di tranquillità, passato alla storia con il nome di “Pax Romana”, durato fino al 400 d.C.. In questo periodo fiorirono le ville patrizie, soprattutto ad opera della gens da cui discese l’imperatore Nerone i Domizi Aenobardi, furono incrementati gli insediamenti nella zona della Piana e cominciarono ad affluire monaci cristiani (Zenobiti) in cerca di pace e solitudine della popolazione.

Il IX secolo è stato teatro delle sanguinose razzie dei pirati saraceni: in questo periodo l’isola fu abbandonata dai suoi abitanti e rimase deserta per circa due secoli, quando Pisa riuscì a respingere i Mori fino alle Baleari rendendo possibile il ritorno della popolazione.

Fu proprio a causa delle continue incursioni saracene che la popolazione preferì spostarsi dalla zona della Piana all’attuale zona del porto, mentre i Pisani si impegnavano nella fortificazione dell’isola.
Protezioni e difese dell’isola furono rinforzate anche dai Genovesi del Banco di San Giorgio, che assunsero il controllo del territorio dopo vicende alterne nel XVI secolo, che costruirono la Torre del porto, la Torre dello Zenobiti ed il Forte dello Zenobiti, ma furono costretti a vendere l’isola alla Repubblica di Genova proprio a causa dello sforzo economico sostenuto.
Nel 1867 l’isola fu occupata dai Corsi di Pasquale Paoli, tuttavia l’anno successivo fu ceduta ai Francesi per disposizione del Trattato di Versailles, e ritornò nelle mani dei Genovesi tre anni dopo (si fa cenno a questa fase storica anche nell’articolo dedicato alle origini toscane di Napoleone B(u)onaparte ndr).
In seguito si alternarono Inglesi, Genovesi e Francesi fino al Congresso di Vienna in cui fu stabilito il passaggio di Capraia al Regno di Sardegna che istituì il porto franco e la manifattura del tabacco per ripopolare l’isola. Nel 1873, dopo la nascita del Regno d’Italia, il Comune di Capraia cedette con una convenzione al Ministero dell’Interno un terzo del territorio per la realizzazione di una Colonia Penale Agricola che fu smantellata nel 1986.

 

Economia

La natura rocciosa e scoscesa del terreno che caratterizza l’isola di Capraia ha fatto sì che l’economia del territorio fosse sempre molto povera, basata sulla pesca e su una limitata produzione agricola, consistente in una scarsa produzione di granaglie e in una discreta produzione vinicola.
Oggi il peso di queste occupazioni tradizionali è del tutto trascurabile. Il settore su cui si basa l’intera economia locale, in assenza di attività industriali, e nel quale sono impegnati circa i tre quarti della popolazione attiva è il terziario, sostenuto attivamente dal turismo estivo.

 

Ghirigoro

 

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